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Il pregiudizio verso l'obesità “Bisogna combattere l’ obesità, non le persone obese” (Kelly Bro


Secondo i dati dell’OMS, la prevalenza dell’obesità a livello globale è raddoppiata dal 1980 ad oggi: il 35% della popolazione mondiale è in sovrappeso e l’11% è obesa. Nel frattempo, il problema ha ormai iniziato ad interessare anche le fasce più giovani della popolazione: oltre 40 milioni di bambini al di sotto dei 5 anni è in sovrappeso (per conoscere le stime clicca qui).

L’obesità rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica a livello mondiale perché è un importante fattore di rischio per varie malattie croniche, quali diabete mellito di tipo 2, malattie cardiovascolari e tumori.

Con questi dati, la domanda più ovvia che ci poniamo è: “Perchè una persona obesa non segue una dieta per perdere peso, quando è chiaro che ne avrebbe bisogno?”

Sembra scontato che se ho un problema di ipertensione o di diabete e ho un bmi superiore a 30, devo mangiare meno, devo mangiare meglio, fare sport, adottare uno stile di vita sano.

Contemporaneamente essere obesi vuol dire avere un eccesso di grasso su addome, cosce, glutei e di conseguenza la figura del corpo si allontana dal modello estetico che ci hanno proposto per anni mass media e aziende della moda.

La maggior parte di noi conosce o ha conosciuto una persona obesa (familiare, amico, fidanzato, conoscente) e chissà quante volte ci siamo detti o, peggio ancora, le abbiamo detto: “ Secondo me se perdi 5-10-20...kg starai benissimo!” oppure “ Adesso che hai perso tutti quei kg, stai meglio fisicamente, sei anche più bella/o!”.

Tutto ciò induce molte persone ad una ricerca ossessiva della magrezza e al tempo stesso chi già lo è, tende a criticare e a denigrare, perchè spesso l'obesità è vista come una colpa, una scelta personale, dovuta a pigrizia, poca volontà e scarsa cura di se'.

Questa forma di pregiudizio qualche volta è anche presente fra i professionisti della salute, i quali pensano che il far provare disagio, vergogna e colpa possa aiutare il paziente a modificare la propria condizione.

Le conseguenze di pregiudizi di questo tipo: i disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia, binge eating), bullismo, isolamento, depressione, ansia, il perpetuarsi dell' obesità stessa.

E se una persona che ha problemi di peso inizia a soffrire di una o più di queste “patologie”, perdere peso diventa ancora più complicato e motivo di una sofferenza sempre più profonda.

Dobbiamo cominciare a pensare che quella persona non è colpevole del proprio problema, ma vittima.

L'obesità é una malattia cronica, complessa e causata da diversi fattori (genetici, ambientali, biologici, psicologici) e difficilmente la causa principale è solo il " mangiare tanto", ma è qualcosa di molto più complesso.

“Rispettiamo la malattia, rispettiamo chi ne é affetto e non colpevolizziamo o giudichiamo basandoci su un numero nella bilancia. Una malattia per essere affrontata deve essere rispettata. Rispettata sia la condizione che la persona” (dr Daniele di Pauli).


Se da una parte è importante il rispetto della malattia, altrettanto importante è la conoscenza reale della stessa nella sua complessità, attraverso la scuola, i media, la famiglia, l’ambiente sanitario, il mondo politico, l’opinione pubblica.



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